Creare supercomputer in un’epoca in cui si producevano solo app in Silicon Valley è stata una grande sfida, anche perché nessuna Venture Capital è venuta in soccorso. Tutto è stato creato con la forza della loro idea e grazie ad un’azienda americana, che ha creduto fortemente nel loro prodotto e ha investito senza molte garanzie nella produzione dei prototipi. In realtà – come sottolinea lo stesso Emilio Billi – l’hardware ha costi molto elevati di produzione ma poi una volta realizzato è un investimento a lungo termine, mentre le app (i software) richiedono inizialmente costi inferiori ma successivamente le spese di mantenimento sono alte; ad esempio per la privacy, la sicurezza e l’antihacking.
Questa è stata l’intuizione geniale alla base della costruzione di A3Cube. La coppia decide di fermarsi per otto anni a San José, centro economico, culturale e politico della Silicon Valley, e questa permanenza è fatta di una ferrea volontà di conoscere a fondo il tessuto americano e di vivere le sue regole e le sue caratteristiche, frequentando per lo più solo americani e integrandosi non senza difficoltà. Ci sono alcuni pregiudizi: il loro accento non è di certo americano, il CEO è una donna – Antonella – e il fatto che sono entrambi stranieri. Ma questo non li demotiva; anzi, li spinge sempre più ad entrare nella mentalità americana frequentando associazioni di categoria di alto livello come il Silicon Valley Executive Forum, il Capital Club, il Dell’s Founders 50, del quale Antonella Rubicco fa parte come ‘best people from today’s accelerators, VC firms, top startup organizations’.
Maturano una conoscenza approfondita dell’environment economico e sociale e capiscono anche i vantaggi di essere all’estero. La Silicon Valley ha una flessibilità lavorativa incredibile, non ci si può permettere di essere dei ‘parassiti’ come dice Emilio Billi, perché si viene licenziati senza esitazione e questo permette di avere sempre collaboratori di alto livello, che non si sentono dei semplici ‘impiegati’ ma diventano l’azienda stessa e ne sposano gli obiettivi con passione ed entusiasmo. Non esiste l’assistenzialismo in America, né gli ammortizzatori sociali e il costo della vita è molto alto. Impera la competitività sul lavoro e il motto è: ‘I fuck you before you fuck me’. Decisamente forte… e non è cosi insolito aspettarsi delle cause giudiziarie se un business inizia a diventare forte, perché i competitor lo vogliono rallentare ma questo ‘fa parte del gioco’ e l’aspetto positivo è che ‘non si molla mai’ e si è spinti sempre più a migliorare. Cosa che piace ad entrambi i Co-Founder.
Accanto ai pesci grossi la Silicon Valley è fatta anche di tante piccole imprese molto performanti e trainanti a livello economico, con tecnologie avanzate, che esportano in tutto il mondo e che spesso offrono servizi e prodotti di nicchia ai grandi player come Apple. Ci sono quindi tante possibilità.
E l’aspetto più stimolante è che gli americani premiano il coraggio e la determinazione e più vedono l’impegno e la convinzione, più aumenta la loro fiducia e la possibilità che appoggino il tuo business. Il fatto poi di essere finanziati o meno da una Venture Capital può essere anche quella una scelta strategica, perché l’essere sostenuti finanziariamente significa anche essere gestiti da altri e per A3Cube può essere stata una fortuna non esserlo, avendo i due fondatori puntato tutto sul loro lavoro, le loro expertise ma anche sul forte desiderio di essere indipendenti.
Questa scelta ha richiesto anche l’abilità a saper contrattare, a fissare dei tempi, a spingere l’offerta non oltre un certo periodo: fermezza e decisone sono qualità che Emilio Billi riconosce senza alcun dubbio in Antonella.
Oggi A3Cube ha un headquarter europeo, una dimora storica costruita nel 1903 all’interno del parco del Ticino, dove l’eredità artistica si sposa con uffici moderni e alimentati grazie ad energie rinnovabili, e dove i collaboratori sono selezionati con cura estrema, affinché efficienza, armonia e creatività siano valori condivisi.
Darsi il tempo per raggiungere i propri obiettivi e divertirsi durante il percorso sono per i fondatori due aspetti imprescindibili e dal loro appassionato storytelling non possiamo che crederci…