L’esperienza in California è meravigliosa, viene in contatto con esponenti di spicco dell’hi-tech e in cuor suo sa che ci ritornerà. L’occasione non tarda, all’inizio del secondo anno della Specialistica decide di fare un internship all’estero per scrivere la sua tesi e nel 2007 – dopo una serie di colloqui grazie ai contatti acquisiti nel suo primo viaggio – inizia il suo progetto di studio di sistemi di controllo per acceleratori di particelle nel Lawrence Berkeley Labs.
Ritorna in Italia, si laurea, ma Berkeley lo richiama per continuare il progetto iniziato. Ci rimane due anni ma per la ristrettezza del campo di azione e per motivi personali (la fidanzata vive a Genova) rientra e inizia la sua carriera come project engineer in Ansaldo STS, supervisionando sistemi di controllo per metropolitane senza conducente.
Ma non si ferma qui, Ansaldo vince un appalto per costruire una metropolitana senza pilota a Honolulu.
Quale migliore occasione per fare un’ulteriore esperienza all’estero, conoscendo molto bene l’inglese ed essendo già abituato ad un ambiente internazionale?
Parte per questo luogo meraviglioso, lontano da tutto, e fa un’esperienza professionale di grande valore e autonomia decisionale come chief engineer, responsabile tecnico del progetto, con un team di 40 ingegneri. Tuttavia inizia a guardarsi intorno, i treni sono interessanti ma non c’è un gran livello di innovazione e di alta tecnologia. Sente che vuole di più e inizia a ‘googolare’ finché il suo sguardo viene attratto da un’intervista su Forbes ai fondatori di Hyperloop, Brogan BamBrogan e Josh Giegel. Ne rimane impressionato, la mission è quella di realizzare il trasporto di merci e passeggeri ad alta velocità all’interno di tubi a bassa pressione in cui le capsule sono spinte con un basso dispendio di energia. Un sistema teorizzato dall’imprenditore sudafricano Elon Musk nel 2013. Con grande ingenuità decide di inviare la mail al CEO, Brogan, senza allegare nemmeno un curriculum ma solo presentandosi e dicendo che lui può essere utile all’impresa.
Dopo pochi giorni arriva un’inaspettato messaggio, è lui! Parlano per un’ora al telefono e l’entusiasmo di Brogan è talmente contagioso che Andrea Vaccaro si innamora dell’idea di migliorare il trasporto pubblico e di Brogan stesso e organizzano un incontro a Los Angeles. Si ritrova in un magazzino, nell’estrema periferia, è incredulo, pensa anche di essere stato tratto in inganno ma in realtà in questa area sperduta della città ci sono 10 ingegneri che testano macchinari, materiali e prototipi di Hyperloop. Il livello della sua conoscenza scientifica è adatto e c’è anche chemistry (chimica) – come lui stesso dice – aspetto fondamentale per lavorare in una start-up in cui le ore di lavoro non si contano e in cui fiducia, buon umore e collaborazione sono alla base di una serena quotidianità.
Diventa così Director of Safety per Hyperloop dopo una serie di peripezie per ottenere la green card, vinta dalla moglie alla green card lottery , una botta di fortuna o forse un destino, che gli permette di rimanere all’estero.
Sono anni febbrili, fatti di giornate lunghissime di lavoro, showcase, studi di fattibilità per andare a caccia di finanziamenti. ‘In una start-up non ci sono mai mezzi sufficienti’, dice Andrea e la pressione è sempre molto alta così come i dubbi di farcela a realizzare la difficile impresa. Nonostante Richard Branson di Virgin entri a far parte come investitore in Hyperloop, Andrea sente ancora l’attrazione per la Silicon Valley e per una maggiore stabilità.
Avverte un grande interesse per le self driving cars e viene colpito da Waymo, un progetto di Google nato nel 2010, che ha portato all’assunzione di un team di esperti, estremamente brillante, con un livello di tecnologia molto avanzato finalizzato a creare un sistema indipendente dall’uomo e che nel tempo è diventata una società autonoma, parte di Alphabet.
Nel 2018 diventa così System Safety Engineer di Waymo, occupandosi di analisi di sicurezza per valutare tutte le possibilità di failure e del
monitoraggio di una flotta di veicoli autonomi a Phoenix, analizzando le discrepanze tra le aspettative e la realtà.