Anna Maria Bagnasco
Agente di viaggio e content creator
Anna Maria Bagnasco
La corruzione è un fenomeno di cui sentiamo parlare quotidianamente ma che spesso non capiamo o analizziamo a fondo creando, così, i presupposti per una sua diffusione.
Vittorio Alberti, filosofo, scrittore e direttore della rivista online “Sintesi Dialettica”, ci ha portato in evidenza, con il suo prezioso spirito critico, un quadro di crisi più ampio, di cui la corruzione è un importante tassello, che va indagato e affrontato mettendo da parte inutili moralismi.
Sappiamo veramente cosa significa corruzione?
Per capire davvero ciò di cui stiamo parlando, dobbiamo partire dal significato etimologico della parola corruzione.
Corruzione deriva dal latino corruptio e dal verbo latino corrumpere inteso come rompere, guastare, alterare. Se in fisica e biologia questo termine descrive un fenomeno, non per forza sempre negativo, come quello di alterazione di un materiale, contaminazione dell’aria o decomposizione di un corpo; nel contesto sociopolitico la corruzione diventa sinonimo di depravazione, degrado, immoralità, vizio.
E chi è il corrotto?
Il corrotto è colui che ha una visione pessimistica della vita e crede che la realtà non possa cambiare, quindi preferisce inserirsi nel sistema sociale attraverso la corruzione. Molto spesso crede di essere più perspicace e consapevole degli altri e per questo conserva una mente chiusa e bigotta.
Proprio questa mancanza di apertura porta l’individuo corrotto a non vedere e conoscere soluzioni diverse dalla corruzione.
Infatti, dobbiamo pensare alla mente come a una stanza che, se resta chiusa, si satura di aria viziata e, di conseguenza, corrotta.
Come si diffonde la corruzione attraverso e oltre la mafia?
È un pensiero comune a molti quello di legare strettamente la corruzione alla mafia. Ma questa prospettiva è riduttiva e forse condizionata da un modo sbagliato di trattare l’argomento nella sua complessità.
La corruzione va ben oltre e si insinua in ogni ambito sociale: dai concorsi pubblici, alla cattiva gestione delle emergenze, dalla povertà alle più alte cariche politiche.
Dove l’intervento da parte delle istituzioni è carente, dove il sistema culturale ed educativo non danno una risposta adeguata, lì nasce e prolifica la corruzione, da cui proprio l’organizzazione mafiosa, nella maggioranza dei casi, trae guadagno.
“Muovere lo spirito” per prevenire la corruzione.
A questo punto è naturale chiedersi come sia possibile prevenire e ostacolare un percorso di corruzione.
Il punto di partenza va ricercato nell’istruzione e nell’educazione, nello stimolo a muovere le idee e a scardinare l’ovvio presente dentro quelle idee. Questo può essere fatto attraverso la filosofia, che indaga in maniera critica ogni aspetto della vita e delle idee, e attraverso l’estetica, in qualità di esercizio alla bellezza come era intesa dagli antichi Greci.
Possiamo dedurre che non sia sufficiente solamente informare, ma che sia necessario anche “muovere lo spirito” perché l’educazione passa anche attraverso il suscitare emozione, passione, entusiasmo.
I protagonisti nella lotta alla corruzione.
Parlando di filosofia ed estetica come difesa contro la corruzione, sorge anche una seconda domanda: “Chi può intraprendere concretamente questa lotta alla corruzione?”
La lotta deve partire dalle scuole, ma questo non significa riversare la responsabilità su insegnanti e studenti. Devono essere tutti gli esponenti sociali e le istituzioni di un dato territorio a entrare nelle classi e adoperarsi per educare e dare una visione diversa sul tema della corruzione e non solo.
Un’azione importante deve scaturire poi da politici, mezzi di comunicazione e intellettuali per evitare che il dibattito su un tema così grave finisca sempre in moralismo o inutili luoghi comuni.
La cultura come rinascita.
La mia impressione è che davvero debba essere intrapreso un percorso di rinascita al cui centro porre la cultura.
Una cultura intesa come sviluppo della capacità di giudizio e come crescita morale dell’individuo, ma anche come civiltà e insieme di conoscenze e abitudini del gruppo sociale in cui l’individuo si inserisce.
Una cultura, così definita, che passa attraverso una corretta informazione, un adeguato studio e una dinamica collettiva integra può davvero permettere un’enorme passo avanti nello smantellamento della corruzione.