Stefano Marotta
Intermediario assicurativo
Appassionato di nuove tendenze, amo individuare ed anticipare i trends ascoltando i segnali deboli.
Stefano Marotta
Oggi è sempre più importante per un brand comunicare il proprio purpose e la propria filosofia di business. Ma come far sentire la propria vicinanza al consumatore? Attraverso la tecnologia e più nello specifico grazie alle data customer platform.
Massimo Savazzi, Director Business Development & Strategy Customer Experience di Oracle, ritiene che la fiducia del consumatore si ottenga tramite la sincronicità.
Un brand è in grado di generare un senso di fiducia nel consumatore, quando soddisfa il suo bisogno nel momento stesso in cui questo egli lo manifesta. Esattamente quando il tempo umano è allineato con quello del brand.
Per realizzare questa esperienza topica c’è bisogno però di un’ immensa mole di dati e della capacità di poterli valorizzare senza incorrere in un data overload.
“L’umanità della relazione tra me ed il brand avviene perché il brand è capace di muoversi secondo i miei tempi”
Massimo Savazzi
La soluzione sarebbero le customer data platform di ultima generazione, di cui 2 su 8 a livello globale sono in Italia. Si tratta di strumenti alla base di una vera e propria rivoluzione copernicana: partendo dal demand pull dei consumatori, esse permettono di costruire un’offerta mirata, sincronica e generatrice di fiducia.
Modellando i dati secondo un progetto stabilito a priori, aumenta la fiducia che il brand genera, in quanto viene a cessare il rumore di fondo o “fastidio digitale” su cui mette in guardia Stefano Saladino, CEO Mashub.
“Invece di partire dai cocci della multicanalità per comunicare un brand, partiamo dall’ argilla informe dei dati e attraverso la relazione che vogliamo costruire, il tornio del ceramista comincia lentamente a girare e il brand prende forma”
Stefano Saladino
Si potrebbe aggiungere che tale pratica minimizza i problemi legali di privacy sollevati dal GDPR e minimizzerebbe i rischi di cybercrime legati allo spread non controllato dei dati e delle informazioni sui clienti.
Le nuove customer data platform relazionali non porrebbero inoltre barriere dimensionali all’utilizzo da parte delle aziende. Anche le piccole potrebbero beneficiare di questo sistema. Ciò è tanto più rilevante nel nostro Paese, dove il 99% delle aziende sono medio-piccole, ed il 95% piccole e piccolissime.
In base alla nuova filosofia dell’uso consapevole dei dati, si potrebbe calcolare un ROI del new marketing ex ante, basato non solo sui dati di vendita, ma anche di reputation e fiducia del brand.
Quali allora gli snodi fondamentali per accelerare la best practice apportata dall’uso diffuso e sistematico delle new customer data paltform?
In Italia, per esempio, il problema non sono più i rapporti tra funzione IT e Marketing all’interno delle aziende, ma il basso livello degli investimenti, che vengono sistematicamente tagliati in tempi di crisi . Eppure la storia insegna, relativamente alla ultima crisi mondiale del 2007-2008, che le imprese che hanno investito in quel momento, hanno aumentato gli utili del 30%. Rincordiamoci inoltre che il tempo a disposizione per aggiornare il personale, c’è ormai solo in tempo di crisi, come nella pandemia.
Appassionato di nuove tendenze, amo individuare ed anticipare i trends ascoltando i segnali deboli.