Vacanze in HD – Quando le nostre esperienze diventano popolari
Questo articolo fa parte di Digital Innovation Journey, una pagina creata in collaborazione con Digital Innovation Days (DIDays).
Le vacanze quest’anno hanno avuto un ruolo fondamentale: dopo lockdown, distanziamento e senso di smarrimento, finalmente un momento importante di riappropriata normalità.
Secondo le tendenze di Google l’Italia quest’estate ha avuto il 75% di crescita come destinazione turistica, in linea con le aspettative degli esperti, anche per le restrizioni e la situazione pandemica non ancora risolta.
Tra i cambiamenti che sono stati registrati, c’è la motivazione del viaggio: stare con le persone, non solo trovare una fuga dalla quotidianità, ma condividere una esperienza.
Questo è quello che avviene ogni giorno anche sui social, in questi ultimi tempi i post e soprattutto le stories e i reels ci hanno fatto scoprire i luoghi e i momenti che i nostri amici hanno condiviso.
Quanto condiziona le nostre azioni la voglia di catturare un momento con una foto e condividerla sui social? Sarà capitato anche a te di perderti nell’orizzonte del mare e pensare: ora faccio un selfie e lo posto!
Un momento catartico di fusione dell’io nel tempo e nel luogo in cui nulla sembra scalfire la poesia del momento... tranne la condivisione social.
Testimoniare la gioia di una vetta conquistata a fatica; una cena in compagina con piatti gourmet, con gli amici.... scatto e tag!
Come insegna Thich Nhat Hanh “La nostra vera casa è l’ora: vivere l’istante presente è un miracolo.” e per trattenere il miracolo... lo perdiamo e utilizziamo il cellulare.
Ci pensa poi Facebook e anche lo smartphone, a riproporre immagini e ricordi di vecchia data, distraendoci dal presente.
Vale davvero la pena guastare l’atmosfera, ripetere lo scatto perché non ci convince, usare i filtri per migliorare l’esposizione e stare sul cellulare?
Recentemente c’è stata una mobilitazione su più fronti rispetto all’uso dei filtri sui social media: diverse personalità hanno postato immagini senza trucco; in Norvegia sono stati proibiti filtri e app per modificare l’aspetto; in UK l’autorità garante per la pubblicità ha seguito la Norvegia ritenendo pubblicità ingannevole quella relativa ai prodotti di bellezza dove le immagini sono realizzate con filtri.
Ma perché è così importante l’immagine? In questo interessante articolo di State of Mind viene approfondito il legame tra l’immagine di perfezione da raggiungere e la personalità. E’ stato studiato il grado di soddisfazione rispetto alla propria immagine prima e dopo aver seguito profili sui social media, che i partecipanti allo studio ritenevano più attraenti di loro. Il risultato è stato molto interessante: dopo questa esposizione la percezione della propria immagine era meno soddisfacente.
La differenza tra mondo virtuale e reale è sempre minore: la presenza sui social media è percepita come reale, quindi è sempre più importante porre l’attenzione, soprattutto negli adolescenti, all’utilizzo dei social media.
Ma quante foto abbiamo fatto in un anno?
Con la diffusione degli smartphone, con fotocamere ad alta definizione a portata di mano, abbiamo raggiunto una quota difficile da dire a parole: 1,43 bilioni.. circa 200 foto all’anno per ogni persona, con dati in aumento e difficoltà di gestione e archiviazione. Per ovviare a questo problema sono nati i pratici servizi cloud che consentono di risparmiare spazio sui dispositivi.
Tra questi sicuramente Apple è stata pioniera, ma tanti hanno accelerato offrendo servizi fruibili e molto friendly come Google e Amazon. Lo spazio sui nostri dispositivi non è illimitato e l’uso frequente di diverse applicazioni ci hanno portato a utilizzare questi servizi, con una maggiore sicurezza per quanto concerne l’archiviazione delle nostre amate immagini.
Come ci ricorda il nostro smartphone presentandoci immagini dell’anno passato, anche il tempo è molto importante: quanto ne passiamo utilizzando il nostro cellulare?
Una pratica impostazione dell’iPhone sensibilizza sull’utilizzo delle app per avere una maggiore consapevolezza: spesso ci troviamo in situazioni di attesa e ne approfittiamo per controllare i social, le email oppure per guardare una informazione sul browser. Per mantenere l’attenzione su questo ho impostato un alert settimanale con il monitoraggio dei dati, mi serve tanto perché essendo Social Media Manager spesso mi trovo a passare almeno 6 ore al giorno di media con il cellulare. La riflessione che ho fatto è quella di cercare di diminuire progressivamente l’utilizzo, compatibilmente con le attività lavorative e poter avere più spazio per le relazioni con le persone. Mi sto attivando per tornare a vivere esperienze con le persone, in linea con i Digital Innovation Days e il tema di quest’anno: Human Capital driver for innovation, perché anche nella mia vita la mia crescita è dovuta in gran parte alle persone che ho conosciuto, con le quali ho collaborato e che incontrerò in futuro.