Il modello F.A.B. si struttura su tre elementi portanti:
• Flessibilità. Partiamo dal presupposto che non ci può essere un unico modello calzante per tutti i team. Ma, soprattutto in un’azienda di ampio respiro, ogni gruppo di lavoro deve definirlo per sé, in base alle esigenze, alle attività svolte e ai bisogni unici delle persone.
• Adattabilità. Nel corso della pandemia abbiamo vissuto un’evoluzione continua di modelli di lavoro e bisogni individuali. Questo ci ha fatto comprendere che c’è necessità di un paradigma che riesca ad adattarsi nel tempo, che sia fluido e risponda repentinamente alle richieste delle persone e del business.
• Bilanciamento. Dall’ascolto diretto e attento delle nostre persone abbiamo compreso che la modalità ad essere più apprezzata è un mix bilanciato tra lavoro da remoto e in presenza.
Dal primo si ricerca l’autonomia e la responsabilità che deriva dal processo di delega; due elementi che concorrono al raggiungimento dell’autorealizzazione. Inoltre il tempo che non si impiega per raggiungere la sede di lavoro si può investire in altre attività. Certo, bisogna sempre rimanere vigili per scampare il pericolo dell’iper connessione.
Ma a fronte di questi vantaggi le persone (specialmente i più giovani e le donne) ribadiscono che non si può dimenticare il valore della compresenza. Siamo degli “animali sociali”, abbiamo bisogno di essere connessi anche fisicamente, al di fuori dei tempi programmati di una videocall. Quindi anche la voglia di socialità deve essere supportata per il benessere generale.