Il primo passo da fare per rivalutare il gaming è comprendere che nel gioco la persona è posta al centro. Chi fruisce del game non è uno spettatore passivo, ma colui che agisce in prima persona in un mondo del quale è estraneo. Diventa dunque necessario scoprire le esigenze di chi gioca, le sue passioni, per predisporre una realtà che al meglio possa soddisfarlo e valorizzare il suo talento.
Sì, perchè il gaming è un modo per valorizzarsi, per far emergere i propri punti di forza. Ognuno di noi ne ha, qualcuno li ha già esplorati, altri devono ancora individuarli, ma è un percorso che non si esaurisce mai.
E’ fondamentale dunque investire nel capitale umano, come ci racconta Geoffrey Davis Direttore di Digital Bros Game Academy: la persona deve sempre sentirsi incentivata a fare sempre di più e sempre meglio. Ad ogni individuo è necessario trasmettere input per potersi sentire sempre in grado di poter raggiungere il livello successivo.
In questo ambito interviene il concetto importantissimo di apprendimento continuo (life long learning), di sviluppo senza fine di quelle che sono le hard e le soft skills. Cosa è il gaming se non un percorso volto al miglioramento per poter superare ostacoli e livelli che ci vengono presentati? Il tutto deve però essere orientato alla creazione di qualcosa in grado di far raggiungere una soddisfazione maggiore.
Un abile game designer deve saper aprire le porte di stanze che tanto sembrano distanti dai fruitori del game stesso. Far percepire loro che il gaming può essere uno strumento per sensibilizzare, per far arrivare concetti difficilmente approfonditi a coloro che agiranno o che già agiscono in prima persona diventa un ottimo strumento affinché questo mondo evolva.
L’artista può aiutare ad abbattere delle radicate barriere sociali e culturali e capire che l’ambiente in cui viviamo è ciò che ci viene donato.
Geoff Davis non poteva salutarci con incentivo migliore. Intenzione, desiderio, voglia e passione sono il motore dell’arte e del cambiamento.