Martina Cogliati
Content Creator
Content creator, appassionata di libri di crescita personale, scrittura creativa e yoga. Il digitale è la mia nuova sfida. Amo filosofare di tutto ciò che mi circonda, possibilmente davanti al mare.
Martina Cogliati
Quale cambiamento renderebbe davvero sostenibile la realtà in cui viviamo? La risposta è la rivalutazione del terzo settore all’interno delle trattative economiche e sociali.
Il terzo settore o società civile organizzata comprende tutte quelle organizzazioni e associazioni che permettono il dialogo tra i due pilastri fondanti del nostro sistema economico e sociale. Stiamo parlando del settore pubblico e di quello privato, dello Stato e delle aziende. Stiamo parlando di lavoro, servizi e Welfare.
L’obiettivo di queste organizzazioni è mettere al centro la persona, secondo i principi di dignità e integrazione.
Un esempio di realtà virtuosa del terzo settore è Binario95, il cui fondatore Alessandro Radicchi, è un ex manager e uomo di scienza che ha deciso negli anni 2000 di iniziare a osservare le stelle. Non più quelle del cielo, ma quelle della terra, le più nascoste e ancora poco luminose.
La filosofia di Binario95 parte dal presupposto che tutti noi siamo persone. Siamo esseri umani e in quanto tali profondamente fragili e vulnerabili. A qualcuno di noi è addirittura capitato di perdersi e per questo di perdere tutto: lavoro, famiglia, salute. Una casa.
L’obiettivo di quest’organizzazione, definita “laboratorio sociale” è di accogliere, assistere persone senza tetto, ridando loro la dignità e le opportunità perse. Per fare ciò interagisce con partner pubblici e privati, tra cui Ferrovie dello Stato che ha messo a disposizione i propri locali in ormai ben 18 stazioni italiane.
I primi binari da cui parte il nobile progetto di Alessandro Radicchi sono quelli della Stazione Termini di Roma. Un’idea potentemente filantropica che allo stesso tempo esce dal coro, perché supera la visione obsoleta di un terzo settore basato solo sul volontariato.
Cosa significa mettere al centro la persona? Significa aiutare, vedere, curare e sostenere.
Chi chiede aiuto a Binario95 viene visto per quello che è nella sua totalità: bisogni, desideri e aspirazioni. Non solo per i problemi che al momento presenta. Una volta superate le necessità fisiologiche che sono mangiare, dormire, lavarsi e vestirsi, queste persone hanno bisogno di riqualificarsi all’interno del contesto economico e sociale in cui vivono.
L’aiuto parte sempre dal principio di carità, cioè dalla sensibilità che spinge alcuni di noi a mettersi a servizio di chi si trova in difficoltà. La logica però di un terzo settore che riesce nel suo intento è quella di andare oltre la carità, quindi oltre il necessario, oltre il soddisfacimento immediato di alcuni bisogni (principalmente quelli primari).
Le persone che si rivolgono a Binario95 fanno un percorso di riscoperta di sé, del proprio potenziale per essere nuovamente partecipi e indipendenti nella realtà in cui vivono.
Gli esperti che lavorano in questo progetto assistono e guidano chi ha bisogno di loro e al contempo rendono concrete le tappe di questo percorso di riqualifica, dialogando con il territorio e i suoi attori sia pubblici che privati.
“Le persone quando vedono qualcosa di bello, riescono a identificarsi con la bellezza”
Mettere al centro la persona è una filosofia che ha una forza incredibile, assolutamente moltiplicatrice.
Il singolo fa un percorso grazie all’aiuto dei professionisti di Binario95 e dei partner pubblici e privati con cui l’organizzazione dialoga. Dei finanziamenti e donazioni che arrivano, non beneficiano solo i bisognosi inseriti nel progetto, ma tutto il territorio circostante inteso sia come ambiente sia come società civile.
Un esempio di sostenibilità agita è Villaggio 95 che sorge su un appezzamento di terreno donato dalla Fondazione Civiltà Cattolica dei Padri Gesuiti di Casal Bertone ai senza tetto di Binario95, per il percorso di reinserimento. Questa donazione ha prodotto non solo bellezza per loro, ma anche per chi vive nella zona che così ha l’opportunità di riscopre a sua volta passioni e obiettivi perduti.
Come fa il terzo settore a essere un interlocutore alla pari di Stato e privati?
La risposta l’abbiamo data per tutto il corso di questo articolo, indagando i principi di carità, interazione e cura.
Il terzo settore dovrebbe costruire case, cioè aiutare le persone a sentirsi ognuna, la casa di sé stessa.
Quella solida struttura con dei bisogni primari alla base che devono essere soddisfatti. Con due pareti che la sostengono e che sono la scoperta o riscoperta dei propri desideri, talenti e aspirazioni per camminare in modo indipendente nel mondo.
E poi che ha un tetto. Una protezione, Quella del territorio in cui abita e interagisce e in cui generare connessioni di valore. E’ solo con la presenza di tutte queste componenti che esiste casa ed esistono equilibrio e sostenibilità nel mondo reale.
Content creator, appassionata di libri di crescita personale, scrittura creativa e yoga. Il digitale è la mia nuova sfida. Amo filosofare di tutto ciò che mi circonda, possibilmente davanti al mare.