Innovazione

La fashion revolution nel mondo virtuale

Martina Cogliati

Avete mai pensato di indossare un abito di alta moda che non esiste? Oggi si potrebbe fare, grazie all’uso di tecnologie come la Blockchain  nella cosiddetta fashion revolution. Per fare luce su questo fenomeno di innovazione digitale, abbiamo chiacchierato con Fabrizio Rinaldi, digital innovator di Versace.

Il presupposto della fashion revolution

Troppo spesso si fa ancora una distinzione superficiale tra mondo reale e mondo virtuale. Ci sono però generazioni nate e cresciute nell’era del digitale che vivono parallelamente in questi due mondi, entrambi percepiti come veri. Tenendo conto di questo presupposto, ha senso parlare di abiti che si comprano, ma non esistono e non si indossano nel mondo reale, ma solo realmente nel mondo virtuale.

Virtuale non è reale nella sua definizione, ma lo è ormai nella percezione di molte persone

I fashion addicted nel mondo virtuale

Ci sono persone disposte a comprare abiti in 3D e accessori fashion virtuali. Tre categorie esemplificative sono:

  • Fashion influencer scontente dell’abito indossato nell’ultimo selfie. Con un giro virtuale su un fashion marketplace, possono acquistare un nuovo abito e sostituirlo con quello dello scatto.
  • Collectibles. Persone che decidono diinvestire perché pensano che questi prodotti possano aumentare di valore nel tempo.
  • Gamers. Il gaming è un mondo che ha subito un’accelerazione negli ultimi anni e in particolare con il lockdown. Anche in streaming l’abito vuole la sua parte, soprattutto se si tratta di duelli accessi e finali internazionali con tanto di premiazione.

La sfida da cogliere per gli attori della fashion revolution

Il concetto di fashion revolution sta nel creare abiti e accessori virtuali sfruttando le nuove tendenze digitali. Qui c’è la possibilità di cimentarsi nella creazione di pezzi unici per persone disposte ad acquistarli anche a cifre astronomiche e quella di raggiungere nuovi target. I gamers infatti non sono i clienti delle boutique di lusso. Creare un prodotto virtuale a prezzo inferiore, “è un’occasione buona per comunicare e vendere a persone a cui nella realtà mai venderesti questi prodotti”. Tra le altre cose, il mondo del gaming è un mondo con grandi potenzialità di partnership.

In che modo la Blockchain può servire alla fashion revolution?

La Blockchain è una tecnologia che permette di garantire la veridicità di una determinata informazione. Anche quando crei un capo digitale c’è il rischio che venga replicato. Con la Blockchain gli viene quindi associato un token, o identità digitale, che garantisce che quel prodotto sia unico e irripetibile. Con questa tecnologia, la veridicità dell’informazione è garantita dalla sua distribuzione su più blocchi. La Blockchain permette inoltre di gestire il passaggio del prodotto: da una parte il brand è sicuro che sta passando quel preciso token, dall’altra l’acquirente sa esattamente cosa sta acquistando.con questa tecnologia è possibile calcolare la tracciabilità del capo e documentare tutte le fasi della filiera.

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Vestiti ed accessori virtuali sono la nuova frontiera del fashion. Ma verrebbe spontaneo chiedersi: la moda è davvero pronta per gestire questa rivoluzione? Il caso della fashion revolution mette dunque in luce un problema ricorrente. Spesso abbiamo a disposizione numerose e potenti tecnologie, ma i settori della nostra società non sono ancora effettivamente pronti per accoglierle, a fare loro spazio nella complessità che li caratterizza.

Martina Cogliati

Content Creator

Content creator, appassionata di libri di crescita personale, scrittura creativa e yoga. Il digitale è la mia nuova sfida. Amo filosofare di tutto ciò che mi circonda, possibilmente davanti al mare.

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