Martina Cogliati
Content Creator
Content creator, appassionata di libri di crescita personale, scrittura creativa e yoga. Il digitale è la mia nuova sfida. Amo filosofare di tutto ciò che mi circonda, possibilmente davanti al mare.
Martina Cogliati
In questa fase d’incertezza e di prolungate restrizioni alle libertà individuali; lo sport è diventato un’arma vincente per contrastare gli effetti fisici e psicologici della pandemia. Oltre a questo, lo sport, si è riscoperto come un importante generatore di quei valori che fungono da collante sociale a più livelli: il cosiddetto fair–play, o spirito d’appartenenza. Prima di entrare nel cuore dell’argomento, andiamo a vedere com’è cambiato fare sport con il Covid-19.
Se prima gli italiani preferivano programmare quasi rigidamente la loro attività fisica, circoscrivendola alla realtà del club; con il Covid-19 e la persistente chiusura delle palestre, assistiamo a un’inversione di rotta, i cui promotori sono stati sicuramente i runner. Questa categoria, tanto odiata e disprezzata durante il primo lockdown, ha dato il via a un modo di fare sport più individuale, fluido e informale oltre che facilitare la creazione di community sportive sul network. Li hanno poi seguiti a ruota libera, gli appassionati di pilates e yoga con il loro tappettino; fino ad arrivare alle lezioni di danza su zoom, o via Skype.
Vi ricordate l’aerobica ed il wrestling classici della tv anni 70-80?
Lo slogan che riecheggia nell’aria è “Distanti, ma uniti”; cioè praticare sport da soli, ma portando avanti un obiettivo comune e dei valori che possano essere condivisi attraverso le sport community. I big del marketing devono ora guardare con attenzione, per creare proposte commerciali sempre più appetibili.
Lo sport nella sua versione più “scialla”, meno “pettinata” ha ridotto le disuguaglianze sociali, mostrando che praticare attività fisica richiede ben poco se non sé stessi e tanta buona volontà di occuparsi del proprio benessere. I criteri di appartenenza a una community sportiva sono più democratici e universali e per questo assolutamente alla portata di chiunque, anche di chi con la crisi non ha più potuto pagare l’abbonamento alla palestra o al club. Si tratta di community digitali ma allo stesso tempo reali, poiché reali sono i valori che le persone condividono attraverso il loro modo di fare sport.
Fair-play significa letteralmente “gioco corretto” ed è un concetto riferito a un’etica comportamentale vincente, perché promotrice di valori comunitari e regole condivise. Lo sport attraverso quest’idea, può quindi considerarsi una metafora perfetta della società e di ciò che conta per tenerla unita.
Vediamo insieme alcuni valori fondamentali che possiamo prendere in prestito dallo sport per generare comunità e senso di appartenenza:
La pandemia ha sicuramente cambiato il modo di fare sport, ma non lo sport in sé o la filosofia che accompagna l’attività sportiva. Lo sport inteso come pratica benefica per mente e corpo, rimane infatti portatore di valori preziosi per tutti i livelli della società e le generazioni che la popolano. Il suo potere nella creazione di valore e senso di appartenenza rimane ancora senza eguali!
Content creator, appassionata di libri di crescita personale, scrittura creativa e yoga. Il digitale è la mia nuova sfida. Amo filosofare di tutto ciò che mi circonda, possibilmente davanti al mare.