Martina Cogliati
Content Creator
Content creator, appassionata di libri di crescita personale, scrittura creativa e yoga. Il digitale è la mia nuova sfida. Amo filosofare di tutto ciò che mi circonda, possibilmente davanti al mare.
Martina Cogliati
I dati sono noiosi. Questo è quello che si è portati a pensare nella maggior parte dei casi, quando si sfoglia un quotidiano o una rivista scientifica. La prima reazione è voltare pagina e concentrarsi su altro. I dati però sono importanti per comprendere una determinata realtà e il loro essere più o meno comprensibili, dipende da chi li rappresenta. Ma i dati possono essere anche belli. Ce lo spiega Federica Fragapane, visual e information designer che ha un approccio innovativo sull’argomento.
Come possiamo evitare di farci raccontare dai dati quello che vogliamo sentirci dire? Attraverso la narrazione. L’intelligibilità di un grafico statistico passa attraverso le parole. L’aggiunta delle immagini serve a imprimere meglio la ricerca condotta nella mente del lettore. Ci deve essere un’assoluta sinergia tra design e parole. Ogni elemento visivo rappresenta un contenuto e va spiegato.
Per approfondire l’importanza delle parole nella rappresentazione della realtà, leggi l’articolo “Il potere delle parole nell’era digitale”
Se usati male e male appositamente, i dati possono essere davvero dannosi
Federica Fragapane
Come fare a raccontare i dati in maniera neutra? Chi li produce deve seguire il principio dell’onestà intellettuale. Essi vengono raccolti e prodotti da esseri umani ed elaborati da macchine sempre controllate da esseri umani. Il compito di chi si occupa di rappresentarli è quello di essere il più neutrali possibili, fornendo ai lettori delle precisazioni sulla ricerca e anche una legenda per essere più autonomi nella fruizione dei dati.
L’approccio di meta visualisation di Federica Fragapane si prefigge di raccogliere e rappresentare i dati, tenendo conto anche dell’aspetto umano ed emotivo nascosto fra essi. I suoi grafici non sono mere e asettiche rappresentazioni, ma forme perlopiù morbide e organiche, qualcosa che faccia trasparire che dietro a un numero c’è una vita, del pianeta o di persone.
Questo modo di fare meta visualisation è davvero innovativo e coinvolgente. Il messaggio che fa passare è che i dati possono essere qualcosa di bello.. La loro fruizione e importanza può essere comunicata grazie a parole e immagini che si avvicinano alle persone, dando loro una visione più “piacevole” di quella che è la realtà.
Content creator, appassionata di libri di crescita personale, scrittura creativa e yoga. Il digitale è la mia nuova sfida. Amo filosofare di tutto ciò che mi circonda, possibilmente davanti al mare.