L’estate si candida a diventare un ricordo e l’autunno è arrivato senza presentarsi. Siamo tornati a seguire i numeri, con il fiato un po’ meno affannoso, ma con l’incertezza di non sapere che nome dare a ciò che sarà.
In questo momento ci sentiamo nuovamente alla finestra, a guardare ciò che passa e a scrutare l’orizzonte per interpretare ciò che arriva. Non intoniamo canzoni, stavolta, ma ci facciamo domande.
Anche noi di Rinascita Digitale siamo tornati davanti allo schermo con un ciuffo disordinato di interrogativi. A tenerli insieme, però, alcune certezze che i mesi scorsi ci hanno lasciato. Vi va di condividerle insieme?
Siamo nella terra di mezzo, è vero. Ma non perché dobbiamo decidere se avanzare o retrocedere; piuttosto dobbiamo capire dove andare e come farlo. Non si torna indietro: alle vecchie abitudini, ad una somma algebrica che è sempre perfetta, alla routine che crede a sé stessa. Abbiamo sperimentato l’imprevisto, in tutte le sue sfumature: esso fa parte della nostra vita e come tale lo mettiamo tra le componenti con cui dialogare per partecipare agli sviluppi futuri.
Il futuro è un romanzo a più mani
Tra le eredità più significative della pandemia c’è la visione di una cultura collaborativa che non è solo uno sforzo etico. Crediamo che la condivisione e la partecipazione siano uno strumento di innovazione sociale: abbiamo sperimentato come ogni settore possa progredire attraverso la partecipazione della persona ad un destino comune.
La persona al centro è molto più che il cliente al centro
Il web non è solo luogo di intrattenimento e conversioni: è anzitutto luogo di relazione e di possibilità. Noi abbiamo scelto questa prospettiva per fondare un progetto che parla di Rinascita e che parte dalla persona per arrivare a tutti i settori della società. Crediamo che se la persona evolve, evolve la società.
Cambiamento non fa rima solo con “imprevisto”, ma anche con “serendipity”