L’approccio al mercato del lavoro si rinnova ogni giorno e la necessità di rendersi “occupabili” diventa centrale. Andiamo verso una professionalità mutevole che richiede spirito di adattamento e capacità di analisi. Ma quali sono le strade per valorizzare la professionalità?
Template per il curriculum, tips per un profilo LinkedIn accattivante, produzione di contenuti strategici.
Tutte mosse vincenti per distinguersi nel mercato del lavoro, ma allo stesso tempo concetti sedimentati e assodati.
La velocità con cui le competenze lavorative richieste cambiano, chiede a gran voce di sapersi adattare, ma anche di sviluppare una solida consapevolezza di sé.
Sapere chi siamo e quali sono i nostri punti di forza è la chiave di volta per attirare l’attenzione di chi è alla ricerca di nuovi talenti.
Quali sono le leve più premianti nel mercato del lavoro?
Autenticità: una persona – così come un brand – che restituisca un’immagine veritiera di sé, raccontandosi a 360 gradi catturerà l’attenzione. Del resto lo storytelling ci insegna che a tutti piacciono le storie. Perché un recruiter dovrebbe essere attratto da una lista di pregi e difetti, piuttosto che dalla narrazione della storia di un candidato?
Identità: Capire qual è il proprio valore è il primo passo per poterlo comunicare in modo efficace. Quello che un’azienda si aspetta di sapere è in cosa siamo bravi e quali problemi riusciamo a risolvere.
Ma questo è solo il punto di arrivo di un’analisi della propria professionalità che coinvolge tutta la nostra storia lavorativa e non solo.
Così come nei mercati “tradizionali”, comprendere la propria identità professionale più autentica è quindi il punto di arrivo – momentaneo – di un processo di branding di sé stessi in continuo mutamento.