Le competenze trasversali quindi assumono un ruolo sempre più centrale, ma da un certo punto di vista sono in espansione. Infatti queste competenze non si limitano più alle classiche capacità intra e inter personali, ma cominciamo a coinvolgere anche abilità che, probabilmente, prima avremmo definite tecniche.
È il caso della capacità di analisi dei dati, delle competenze digitali di base, della conoscenza di strumenti di condivisione e comunicazione digitale e molto altro. Tutte conoscenze che non si estinguono ad un solo settore di lavoro, ma che al contrario pervadono tutto il mercato.
Ecco quindi che il range di scelte con le quali possiamo investire sulla nostra formazione “trasversale” si amplia esponenzialmente.
Il prossimo futuro, inoltre, ci metterà di fronte ad una diffusa situazione di mobilità occupazionale in Italia tra chi, purtroppo, perderà il proprio posto e chi invece sceglierà di ricollocarsi.
Immaginando questo scenario futuro, la prima necessità per le aziende dovrebbe essere quella di riflettere sulle modalità con cui assicurarsi la collaborazione con le migliori risorse.
Anche per questo aspetto la risposta viene dal mondo “soft”. Le aziende infatti, non solo le persone, devono essere aperte all’ascolto dei propri collaboratori.
Capire quali sono i bisogni e le esigenze delle risorse consente una pianificazione di azioni concrete a favore del benessere aziendale che, a sua volta, influenza positivamente la produttività stessa.