Martina Cogliati
Content Creator
Content creator, appassionata di libri di crescita personale, scrittura creativa e yoga. Il digitale è la mia nuova sfida. Amo filosofare di tutto ciò che mi circonda, possibilmente davanti al mare.
Martina Cogliati
Società e aziende hanno una grande sfida da superare per il prossimo futuro. I più esperti la definiscono con la sigla D&I che sta ad indicare i concetti di diversità, equità e inclusione per andare verso un mondo più sostenibile. Abbiamo approfondito l’argomento, chiacchierando con Eleonora Rocca, digital marketer e fondatrice dell’evento Women X Impact.
Combattere le disuguaglianze e creare inclusione non è un’azione rivolta solo alle donne, ma anche all’orientamento sessuale, all’età, alla cultura di ognuno di noi. Valorizzare le differenze e considerarle un plus per l’azienda e la società, è qualcosa di imprescindibile per andare verso un futuro più equo. Un gruppo, una comunità, o un team aziendale diversificati sono quelli in cui esiste una varietà di caratteristiche socio culturali che convivono tra loro. Nello specifico, la diversità all’interno di un team si riferisce alle differenze psicologiche, fisiche e sociali fra i dipendenti.
Un team aziendale eterogeneo porta dei benefici concreti all’interno dell’organizzazione. Vediamone alcuni:
Questi risultati concreti si raggiungono solo con operazioni altrettanto concrete e durature. Scelte in cui si crede fortemente e non solo facili operazioni di marketing. Il Woke Washing non è più sufficiente. Prendiamo ad esempio Netflix che ha inserito all’interno del form di candidatura per una job position dei campi relativi all’orientamento sessuale, nuove categorie di genere ecc. Domande certo che sollevano questioni legate alla privacy, ma che indubbiamente fanno pensare a scelte verso l’inclusione e l’uguaglianza.
Nella sfida verso equità e inclusione, rientra anche la “questione femminile”. In Italia, sia nella vita personale che professionale, le donne non sembrano ancora avere diritti effettivi pari a quelli degli uomini. Non hanno di fatto le stesse opportunità e un’educazione che le appoggia alla realizzazione di sé stesse e delle proprie aspirazioni. Un ambito in cui il gender gap è molto marcato nel nostro Paese sono le STEM, ossia le materie scientifiche e tecnologiche. Solo il 18,3% del totale delle ragazze iscritte all’università sceglie queste discipline. E’ vero allora quando si dice che le donne sono più portate per le materie umanistiche? O forse dipende dall’educazione che ricevono e che fa credere loro di non avere potenzialità in ambito scientifico? Andiamo ancora oltre. Tutto ciò potrebbe dipendere dal fatto che il mondo del lavoro in ambito STEM è ancora fortemente uomo-centrico?
Possiamo estendere la “Questione femminile” anche al piano del digitale. Da una parte è vero che i social network e in generale le nuove tecnologie hanno permesso alle donne di portare avanti più facilmente le loro battaglie e di far crescere quello spirito di sorellanza. Dall’altra però , come sottolinea Eleonora Rocca, il digitale è di fatto un settore in cui le donne sono per la maggior parte ancora quasi del tutto escluse.
Inclusione e diversità sono valori su cui si fondano una società e una realtà aziendale sane. Sotto certi aspetti e in alcuni settori c’è ancora molto da fare, ma guardando al futuro in modo positivo, è doveroso sottolineare i miglioramenti ottenuti e le piccole battaglie nate dal basso che sono state vinte.
Content creator, appassionata di libri di crescita personale, scrittura creativa e yoga. Il digitale è la mia nuova sfida. Amo filosofare di tutto ciò che mi circonda, possibilmente davanti al mare.