Innovazione

La blockchain come abilitatore sociale

La blockchain come abilitatore sociale: Gian Luca Comandini lancia l’appello ad una nuova visione della tecnologia

Il direttore di The Blockchain Management School racconta la blockchain e il suo impatto sulla società e sulla democrazia del Paese.

L’innovazione finanziaria che passa dalla blockchain è un vero e proprio momento di innovazione sociale e stimolo per la cittadinanza attiva: così Gian Luca Comandini, direttore di The Blockchain Management School, intende lo sviluppo della nuova tecnologia che abiliterebbe le componenti più innovative e democratiche presenti nei processi decisionali sociali, oltre che nelle transazioni economiche.

L’appello di Comandini in favore della tecnologia blockchain è diretto: ”Questa tecnologia è un vero e proprio punto di svolta per l’affermarsi di una cittadinanza attiva e partecipata. La moneta è nata per risolvere un problema di fiducia tra gli uomini. Gli enti terzi a garanzia degli scambi sono nati per bypassare questo problema; oggi la blockchain lo risolve del tutto perché all’interno del suo ecosistema non è possibile creare delle truffe senza che esse siano evidenti a tutto l’ecosistema. Non possiamo convincere tutti ad essere onesti, ma con questo sistema possiamo disincentivare la disonestà”.

La visione di Comandini spiega come il sistema della blockchain, basato su un registro diffuso, consenta di registrare qualunque informazione, comprese le transazioni economiche. In questo modo diventa impossibile non solo truffare, ma si disincentivano le decisioni unilaterali e non eque.

“Pensate, ad esempio- spiega Comandini- ai ritardi degli aerei o dei treni: se fosse possibile concludere la transazione economica dell’acquisto dei biglietti con il prelievo della somma intera solo nel caso di arrivo in orario, e in caso contrario il rimborso fosse fatto immediatamente attraverso la blockchain, le compagnie sarebbero fortemente motivate a migliorare il servizio. Allo stesso modo, i cittadini potrebbero vincolare la spesa delle tasse ad alcuni utilizzi precisi, impedendo truffe e sperperi: la blockchain è la nuova frontiera della democrazia attiva e partecipata”.

In che modo questa nuova tecnologia impatta sul sistema culturale e sociale?

“Bisogna partire da una strategia bottom up, in cui il cittadino deve scrollarsi di dosso la sua apatia che lo rende interessato a qualche novità solo quando gli è imposta: dobbiamo guardare cosa accade negli altri paesi attorno a noi e avanzare sul piano operativo, prima di essere costretti a fare ricorso alle infrastrutture di cui si doteranno gli altri paesi, come ad esempio è accaduto per il cloud”.

Se da una parte questo percorso deve camminare sulle gambe del cittadino, dall’altra la politica deve “assumersi le sue responsabilità e lo sta facendo per l’ingresso dei millennials, attenti a queste tematiche: servono percorsi guidati che siano capaci di traghettare l’Italia nel futuro, anche attraverso lo stimolo di nuove competenze nell’ambito della scuola e della ricerca. Bisogna stimolare l’adozione della vera parte rivoluzionaria di internet, che non è solo la condivisione di contenuti o l’accesso alle informazioni e all’intrattenimento: l’utente medio italiano è pigro e non adotta innovazioni fino a quando non gliele impongono. Qui siamo davanti alla possibilità di una svolta che porterebbe miglioramenti nella vita di tutti e una evoluzione della società: a tutti tocca informarsi e aggiornarsi per favorire il cambiamento”.

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