Martina Cogliati
Content Creator
Content creator, appassionata di libri di crescita personale, scrittura creativa e yoga. Il digitale è la mia nuova sfida. Amo filosofare di tutto ciò che mi circonda, possibilmente davanti al mare.
Martina Cogliati
A quanto sembra il nuovo presidente del consiglio Mario Draghi ha una visione politica molto coraggiosa e innovativa con un focus particolare sulla ricerca scientifica di base che punta all’eccellenza. Esiste a questo proposito un concetto molto interessante che è quello della serendipità scientifica. Com’è possibile accogliere l’imprevisto in qualcosa che deve essere perfetto per generare innovazione? Scopriamolo insieme.
“Non si era mai visto nulla di simile, un macchinario biochimico un po’ bizantino ma stupefacente [..]. Un capolavoro ingegneristico. Perfetto? Per nulla. Se lo fosse, non funzionerebbe”
“La serendipità è il sogno degli scienziati”. E’ quel fenomeno che accade quando i ricercatori stanno cercando qualcosa, si aspettano di trovare quel qualcosa, invece la Natura e le circostanze li sorprendono, guidandoli verso nuove scoperte. Il concetto di serendipità richiede agli scienziati un nuovo mindset che include flessibilità, apertura alle novità, entusiasmo per l’imprevisto e fiducia totale nella Natura. Al di là della definizione del termine che sfocia quasi nel romanticismo, per fare ricerca in questo modo è necessario avere il supporto della politica, ma non solo. E’ fondamentale che la politica ceda lo scettro della ricerca alla scienza, smettendo di essere la fonte che innesca o spegne l’innovazione.
Il professore Telmo Pievani, docente ordinario presso l’Università d Padova, ci spiega che esistono diversi modi di accogliere l’errore all’interno della scienza, per poi produrre innovazione. Guardiamone insieme alcuni:
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Finanziare la ricerca senza un obiettivo è bellissimo. Rimanere aperti all’esplorazione è bellissimo, ma…non è un progetto un po’ antieconomico? La risposta è sorprendentemente, no. La serendipità ha un risvolto di valore quantificato tre volte tanto. Ci sono dati su tantissimi Paesi che lo dimostrano, basti pensare agli USA del secondo dopo guerra. Qui si investiva una somma che nel giro di soli 5 anni ritornava triplicata. E’ necessario quindi fare un investimento libero e fiducioso sulle domande che i ricercatori si pongono e da cui parte la loro esplorazione. L’investimento politico però deve mantenersi costante, ossia andare al di là delle dinamiche di governo.
La sperimentazione scientifica, soprattutto se libera e creativa, non ha solo bisogno di investimenti, ma anche di tecnologie potenti, in grado di creare e contenere grandi quantità di informazioni. Una soluzione potrebbe essere quello che viene chiamato computer quantico che attraverso nuovi software massimizza le prestazioni, riducendo soprattutto i tempi dei risultati di ricerca.
Esplorando il concetto di serendipità, viene spontaneo domandarsi che ruolo hanno le emozioni all’interno della ricerca scientifica. Siamo abituati a pensare che la scienza sia qualcosa di asettico, senza sentimento, in realtà non è così. La ricerca scientifica è condotta da esseri umani che sono imperfetti, proprio perché dotati di una “razionalità immersa in un brodo emozionale”. Se così non fosse però non ci sarebbe l’entusiasmo per le nuove scoperte. Se così no fosse non si potrebbero cogliere tutti i segnali che la realtà studiata manda ai ricercatori. Se così non fosse non ci sarebbe la serendipità.
Content creator, appassionata di libri di crescita personale, scrittura creativa e yoga. Il digitale è la mia nuova sfida. Amo filosofare di tutto ciò che mi circonda, possibilmente davanti al mare.