Risorse Umane

Luca Prasso: la strada per arrivare a Google

Anna Caccia

Go to Silicon Valley Virtually, la serie di incontri su Rinascita Digitale con personaggi ispirazionali, fa un passo nel futuro con Luca Prasso.

Luca Prasso è Reverse Archaeologist in Google, una denominazione originale per definire la sua attività, che lo porta a sperimentare su come la tecnologia del futuro può applicarsi in più campi della realtà.

Ma per approfondire la sua mission partiamo dall’inizio della sua storia: lui dice di sé che è un ‘architetto fallito’, ma sapeva  che voleva disegnare ‘da grande’. Alla fine degli anni Settanta scopre i computer e la sua innata passione per il disegno si coniuga con questi mezzi, che nel tempo diventano sempre più potenti e capaci di trasmettere emozioni.

Volevamo scoprire le emozioni nelle immagini fredde del computer negli 0 e negli 1.
Luca Prasso

Dopo il Liceo Scientifico, decide di lasciare l’Università e inizia a lavorare in una società di computer grafica a Verona facendo immagini e sigle pubblicitarie.

Da Verona si trasferisce a Milano e nel 1990 si ritrova in un’azienda canadese, la Softimage, che realizza software tridimensionali. Gira il mondo convincendo i clienti a comprare macchine e software potenti da utilizzare nella produzione e viene sempre più in contatto con esperti in computer grafica.

Nel 1995 ottiene un visto e anche un nuovo lavoro in Silicon Valley: entra in PDI (Pacific Data Images), diventata poi DreamWorks, una delle società più antiche di computer grafica, leader negli effetti speciali per il cinema e nella creazione di personaggi digitali.

Qui si specializza come technical artist, una via di mezzo tra un programmatore e un animatore, lavorando sia nella  supervisione di personaggi digitali che nello sviluppo di nuove tecnologie per film di grande successo come Shrek (Oscar, 2002), Z la formica, Madagascar e molti altri.

La sua expertise cresce lavorando sul campo e fonda la sua carriera sulla matematica e l’inglese, due materie che non erano sorprendentemente il suo forte durante il periodo scolastico. La fortuna diventa quella di venire a contatto con artisti e programmatori molto accreditati e abili, desiderosi di  condividere le loro conoscenze; e produttori, ‘capaci di  spingerti al massimo’. Questo si dimostra nel tempo il valore aggiunto acquisito rimanendo all’estero rispetto all’esperienza  italiana: una grande disponibilità di strumenti e frequentazioni di alto livello.

Ma a 48 anni molla tutto e decide con la moglie Nadia e un collega francese, Erwan, di fondare una start-up, Curious Hat. L’idea alla base è quella di offrire alle nuove generazioni la possibilità di interagire con il mondo attraverso le tecnologie più avanzate. Creano così una serie di app per permettere ai bambini di esplorare la realtà in modo tutto personale e vivono ‘per tre anni una incredibile, esilarante ed estremamente stressante vita da startuppari’.

Ma i risultati – soprattuto economici – non sono favorevoli e il team è costretto ad abbandonare la sfida pur credendoci tantissimo.

Nel 2014 Luca Prasso scopre che Google ha un progetto di storytelling immersivo: una combinazione tra film e mobile di nuova generazione e inizia una collaborazione con un gruppo, Spotlight Stories, formato da registi di grande fama, creando storie interattive ad alto impatto.

Questo è stato il suo ingresso iniziale in Google; nel 2016, due anni dopo, prosegue in un team di realtà aumentata con l’obiettivo di scoprire come utilizzare la tecnologa del futuro per scopi pratici, realizzando prototipi con visori, cuffie, orologi e occhiali.

E così diventa Reverse Archaeologist: invece che iniziare dal passato per comprendere cosa ci siamo persi, parte dalle potenzialità del presente per capire cosa potremo costruire nel futuro, ispirando la leadership di Google a vedere cose non ancora fattibili e creando delle demo che le realizzino. Sono progetti di lunga visione in cui l’utilità e il design giocano un ruolo chiave. Come Luca Prasso dice, è necessario dare in cambio un valore per pretendere l’utilizzo di ciò che si realizza.

Questa esperienza si rivela molto positiva per l’enorme quantità di idee che Google è capace di generare e per la possibilità di accedervi e connettersi con persone in grado di insegnargli sempre qualcosa di nuovo, nonostante a volte sia il business e il mercato a scegliere se proseguire o meno un progetto indipendentemente dalla sua qualità.

La strada che ha condotto Luca Prasso a Google sembra quasi segnata, si rende conto che la somma di tutte le sue esperienze pregresse l’hanno preparata dandogli un valore aggiunto.

Lo storytelling gli ha permesso di capire come ingaggiare un potenziale cliente che usa un device di nuova generazione e quindi di controllare la sua user experience.

L’esperienza tecnologica nel realizzare i film – invece – si riflette nel modo in cui lui parla agli ingegneri, deputati a risolvere i problemi.

La sua start-up e il deck del 2011 agli investitori parlava già di realtà aumentata e destino vuole che sia approdato nell’immersive wearable di Google.

Ciò che lo spinge a continuare è sicuramente la tecnologia ‘for good’, ossia costruire qualcosa che migliori concretamente la vita delle persone anche se – come lui stesso sostiene – ‘un sano scetticismo’ ci deve sempre accompagnare nelle scelte. E’ possibile che una buona idea venga poi stravolta nella realtà o accolta solo parzialmente e quindi non utilizzata nel giusto modo e chi lavora in questo settore deve porsi questa domanda anche se nell’immediato non sa ancora dare una riposta.

Il suo prezioso consiglio per chi si approccia nel difficile mondo del lavoro è sicuramente quello di fare la differenza, anzi di costruire la propria differenza, quel ‘quid’, che possiamo offrire al mercato al di là delle nostre conoscenze tecniche.

Anna Caccia

Content Creator

Multimedia Manager, Podcaster, Storyteller Specialist, diffondo contenuti audiovisivi come strumento di ricerca per una community universitaria di studiosi e come trasmissione di conoscenze per un pubblico giovane. Appassionata di culture straniere, sempre pronta per nuove avventure, con una visione sul futuro da comunicare a più persone, per coinvolgerle e interagire.

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