Martina Cogliati
Content Creator
Content creator, appassionata di libri di crescita personale, scrittura creativa e yoga. Il digitale è la mia nuova sfida. Amo filosofare di tutto ciò che mi circonda, possibilmente davanti al mare.
Martina Cogliati
Cosa mi metto stamattina? Quante volte ci siamo fatti questa domanda. Più o meno tutti i giorni direi. Aprire l’armadio e non avere voglia di vestirsi, non sapere cosa mettere, o essere semplicemente stufi di indossare le solite cose è all’ordine del giorno. Pochi sanno però che dietro a ognuno di questi atteggiamenti c’è l’influenza della psiche. Pensieri, emozioni e mood del momento influenzano le nostre scelte in termini di fashion. Vestirsi in un certo modo piuttosto che in un altro diventa quindi una questione di scienza, esattamente di Neuro fashion.
“La Moda riguarda le persone, la Psicologia studia le persone, noi ci occupiamo delle persone vestite”.
Neuro Fashion è il termine coniato da Chiara Salomone, psicologa cognitiva fondatrice di Moda e Psiche, che ha unito le sue competenze accademiche alla passione per il fashion. Se ci fermassimo a riflettere cosa determina la scelta di un vestito piuttosto che di un altro, la moda e la psicologia non sembrano più due mondi così lontani. Quando indossiamo qualcosa, prima di chiederci come ci sta, dovremmo piuttosto interrogarci su come ci fa stare cosa ci fa provare. Questo approccio però, che mette davvero al centro la persona e il suo mondo interiore, poco si concilia con le logiche di business del fashion, soprattutto di quello ad alti livelli, dove le regole sono apparenza e lucro.
Quando scegliamo un capo d’abbigliamento dovremmo tenere presente tre aspetti:
Tre piani di consapevolezza che uniscono la nostra intima personalità ai contesti sociali in cui agiamo. A questo punto è necessario chiederci se il primo e il terzo punto sfociano nel secondo, cioè se effettivamente come ci vestiamo ci fa sentire noi stessi o meno. La moda ha infatti a che fare con il nostro benessere; è un atto di cura di verso se stessi.
Chi si occupa di Neuro fashion come Chiara Salomone non è un semplice personal shopper. Non ti dice cioè come vestirti in base alla tua fisicità e all’occasione, ma ti aiuta a fare un percorso attraverso quel mondo interiore che ti spinge a dire sì a un abito e no a un altro. Ma anche a comprendere che in alcuni casi non ti stai vestendo per mostrarti, quanto piuttosto per coprirti. I vestiti che indossiamo dicono in modo più o meno velato chi siamo, le nostre ferite e le tendenze che ci animano. Gli esperti di neuro fashion aiutano le persone ad avere uno stile consapevole e non standardizzato, ma che non rifiuta le ultime tendenze.
Gli esperti di questo settore possono anche aiutare a cambiare la visione del contenuto del nostro armadio. Basti pensare a quelli che vengono chiamati “Vestiti della nostalgia”. Spesso infatti ci arrabbiamo perché quel pantalone non ci sta più bene come quando eravamo giovani, oppure perché non si creano più le occasioni per indossarlo, oppure ancora perché siamo ingrassati o dimagriti. Questi vestiti potremmo guardarli anche da un’altra prospettiva, un po’ come se fossero dei traguardi, delle tappe della nostra vita, delle esperienze vissute, dei tasselli di tempo e consapevolezza che ci hanno portato a essere chi siamo oggi. Non sarebbe fantastico guardare l’armadio in questo modo?
Il neuro fashion ci da consapevolezza che vestirsi ha una forte componente emotiva, fisiologica e sociale. Innovare e rinnovare il proprio armadio ha quindi a che fare con un nuovo mindset di cui è importante prendere consapevolezza anche per scegliere la moda e non subirla.
Content creator, appassionata di libri di crescita personale, scrittura creativa e yoga. Il digitale è la mia nuova sfida. Amo filosofare di tutto ciò che mi circonda, possibilmente davanti al mare.