Ogni persona è una risorsa e oggi più che mai competenze, capacità e unicità sono ciò che apportano valore a qualsiasi realtà, lavorativa e non.
È importante, però, permettere a questi elementi di rendersi noti a chi ci circonda. E in questo diventa fondamentale la scelta del canale con cui ci si propone all’esterno.
Sara Gigliotti, Talent Aquisition e HR Project Manager, ci fa notare come LinkedIn sia lo strumento che, in situazioni professionali, è in grado di tirare fuori ciò che contraddistingue ogni utente. Ed è necessario puntare i riflettori su ciò che rende se stessi unici, per raggiungere l’obiettivo che ci si è posti.
Ognuno di noi è un brand, brand del proprio modo di essere e di fare.
Il tutto in un’ottica di crescita e sviluppo continui. Bisogna avere voglia di affermare la propria unicità.
La maggior parte delle volte si pensa a cosa sarebbe giusto fare o dire in base alle circostanze. Questo però non crea valore, ma solo omologazione. Abbiamo bisogno di sentirci liberi e per farlo ci è richiesto essere noi stessi nella versione più autentica e veritiera che esista.
Piuttosto che chiederci cosa si fa in determinate situazioni, chiediamoci cosa faremmo noi in quella situazione. Siamo noi che la stiamo vivendo, non qualcuno per noi.
La remunerazione può essere uno dei parametri con il quale orientare la propria scelta di lavorare in un posto piuttosto che in un altro, ma non può essere l’aspetto determinante.
La scelta di una professione è fatta anche di una componente emotiva, relazionale, psicologica che con netto distacco rispetto al denaro mettono davvero in risalto l’unicità delle persone.
Un soggetto sarà tanto più motivato quanto più le persone accanto a lui lo incentiveranno a fare sempre meglio e a manifestare i suoi talenti.
Il concetto di unicità vale anche per le aziende, lato business e lato risorse.
Un brand, per affermarsi, deve consolidarsi sempre più, diffondersi tra tutti gli stakeholder ed essere in grado di generare risorse sempre nuove.
Tutto questo rientra nel tanto bramato intangibile, ciò che è, se ben valorizzato, fonte del vantaggio competitivo. È solo puntando sulle risorse di valore, uniche, rare e inimitabili, che il vantaggio diventa sostenibile, in grado di perdurare e di essere rinnovato.
E se davvero ci si vuole aggiudicare quella determinata persona e nessun’altra, allora l’approccio di chi è deputato a sceglierla deve essere diretto e personalizzato. Non si può pensare di scrivere a Tizio così come si scriverebbe a Caio. Entrambi devono sentirsi protagonisti della chiamata che ricevono. Ciò significa dare loro la percezione di essere visti come coloro che possono calzare a pennello un ruolo e proprio per questo non si può peccare di superficialità.
Bisogna rendere chiari i motivi di una scelta. Ognuno ricopre un ruolo per le capacità che possiede, ma anche per ciò che potrebbe fare.
È tutto una crescita continua.
Comunicarsi è importante, ma bisogna saperlo fare nel modo giusto. È questione non solo di parole, ma di attitudine positiva.
Dall’altra parte, un ascoltatore capace di comprendere può fare la differenza. La fa quando l’individualismo viene sostituito dal lavoro di gruppo. Quando i risultati sono frutto di condivisione e confronto. Quando la ricerca dell’opinione altrui è un punto all’ordine del giorno.
Voglio concludere riassumendo quanto detto con una frase che ha validità sia per i singoli individui che per le aziende.
L’essere se stessi ripaga sempre, anche quando vi sembra che i risultati facciano tardi ad arrivare. Quando ci si dedica a ciò che si desidera, l’impegno troverà la sua massima ricompensa nel trovarsi in dirittura d’arrivo.